L’abside centrale con l’altar maggiore e la cupola.

Punto di interesse 8

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Trascrizione

L’ampio presbiterio, con il pavimento in marmo pregiato, ospita l’abside centrale e l’altare maggiore.

Le volte sovrastanti sono in parte originali verso il fondo della chiesa, mentre anteriormente si devono all’intervento tardo cinquecentesco che portò alla copertura “a botte” dei bracci del transetto e all’erezione del tiburio con la sua cupola interna.

La loro decorazione a stucco data intorno al 1668, quando, su commissione del vescovo Ambrogio Bicuti, Giovanni Monevi, nativo di Visone (piccolo centro presso Acqui Terme), dipinse nella semicupola absidale i tre vescovi, S. Guido, S. Maggiorino e S. Ambrogio,

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Gli affreschi delle pareti laterali raffigurano, a sinistra, una “Guarigione miracolosa di S. Guido”

e, a destra, “Gesù che cammina sulle acque”:

risalgono agli anni 1862-1864 e si devono a Pietro Ivaldi “il Muto”, allo stesso modo degli “Evangelisti” dipinti nei pennacchi della cupola; il “Trionfo di Dio”, che si scorge al sommo di quest’ultima struttura, è invece opera di difficile datazione e attribuzione a causa dei molti interventi di restauro subiti nel tempo.

L’altare maggiore, ora sito in posizione leggermente diversa rispetto alle origini, risale per gran parte della sua definizione strutturale e artistica al 1864 e si deve all’architetto Edoardo Arborio Mella che, come è accaduto per il pulpito, vi ha inserito sculture rinascimentali provenienti dalle antiche cappelle signorili della Cattedrale.

Tra queste sculture sono ragguardevoli come fattura: i pilastrini con angeli portanti il turibolo dell’incenso e la “Ultima cena” scolpiti da Nicolò Longhi per la cappella del SS. Sacramento nel 1547; la lastra con “S. Gerolamo che toglie la spina al leone”

e quella con le Sante Paola e Eustochio e il Bimbo prodotte dal maestro Giovanni Antonio Pilacorte nel 1480 per la cappella di S. Gerolamo; due “Madonna con Bambino” di prima metà Cinquecento, di cui una dalle forme michelangiolesche; e, infine, databili agli inizi di quest’ultimo secolo, una “Crocifissione con S. Giovanni e Maria” e due pannelli della “Annunciazione”. Tutte le opere riportate sono di matrice culturale lombarda, di scultori dell’area luganese.

Dietro all’altare merita attenzione, per la sua sobria eleganza neoclassica, il coro ligneo realizzato nel 1860, e oltre ad esso, il coevo pavimento “alla veneziana” e le due vetrate del 1933 con immagini dell’Assunta.

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Punto di interesse 7

Il Trittico della Vergine di Montserrat di Bartolomé Bermejo

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La cappella absidale di sinistra, il transetto sinistro e le cappelle della navata sinistra.

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