Il Trittico della Vergine di Montserrat di Bartolomé Bermejo

Punto di interesse 7

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Trascrizione

L’Aula Capitolare o “Sacrestia dei Canonici” è il cuore pulsante della Cattedrale:

la sua realizzazione si deve all’iniziativa del vescovo Giovanni Battista Roero, che la fece rivestire a inizio Settecento con un prezioso arredo ligneo di banchi, sedili e armadi intarsiati dal maestro Silvestro de Silvestri verso il 1734.

Sull’altare risplende il meraviglioso Trittico della Vergine di Montserrat e nella stessa sala appaiono mirabili la pala di “S. Guido e i quattro Dottori della Chiesa” – cui si era accennato parlando del portale maggiore – voluta dal vescovo Costantino Marenco per la cappella di famiglia nel 1496, e la grande tela con la “Annunciazione” attribuita al pittore genovese Valerio Castello e datata al 1645.

Si rimane incantati davanti alla bellezza del Trittico della Vergine di Montserrat, preziosa testimonianza di un periodo storico particolarmente florido per Acqui, quando nel Quattrocento ha conosciuto un importante sviluppo edilizio e commerciale.

Il dipinto fu commissionato dal mercante acquese Francesco Della Chiesa negli anni ’70 del Quattrocento a Bartolomé Bermejo, considerato oggi il più importante pittore spagnolo del XV secolo.

Quest’opera probabilmente doveva essere collocata in una chiesa di Valencia, luogo in cui Francesco si era trasferito per i suoi commerci, e giunse alla Cattedrale di Acqui per legato testamentario solo alla morte del committente, intorno al 1510, con la finalità di essere collocata nella erigenda cappella di famiglia, come risulta in un documento notarile, fortunatamente ritrovato in occasione del restauro del Trittico nel 1987.

Il Trittico è uno dei capolavori della pittura europea del Quattrocento ed è dipinto con la tecnica della pittura ad olio, innovativa per l’epoca, quando in Spagna e in Europa si continuava a dipingere prevalentemente con la tempera e pochi erano in grado di utilizzare la nuova tecnica come i maestri fiamminghi, Jan Van Eyck, Van Der Weiden e Memling. In Italia originali interpreti di questa nuova arte sono, tra gli altri, Antonello da Messina, Piero della Francesca, Bellini e Botticelli, mentre in Spagna è solo il Bermejo ad essere in grado di utilizzare pienamente il nuovo mezzo pittorico. La sua arte risente fortemente della pittura fiamminga per l’estrema cura dei dettagli, per la minuta rappresentazione degli oggetti, per la resa cromatica – in particolare quella dei metalli – e per la composizione, seppur con un’interpretazione più mediterranea degli schemi nordici.

Il Trittico riporta ad ante chiuse la “Annunciazione” monocroma, in grisaille,

ma come uno scrigno di preziosi, mostra la sfolgorante bellezza dei suoi colori quando viene aperto.

Davanti a questo “colpo di teatro” non si può che rimanere ammirati ed estasiati.

Qui risplende, soprattutto, la tavola centrale, che raffigura la dolcissima figura della Vergine con il Bambino assisa sopra la lama di una sega da falegname piantata nel terreno. Questo originale sedile è una chiara allusione al santuario mariano presente sullo sfondo, quello del Monastero di Montserrat, in Catalogna. La parola Montserrat significa infatti “monte seghettato”, perché tale pare da lontano il profilo delle montagne che circondano il Monastero.

Francesco Della Chiesa viene rappresentato ai piedi della Vergine, inginocchiato in preghiera, e indossa una cappa nera con un colletto di velluto. Tra le mani ha un libro sul quale è miniata la preghiera della Salve Regina:

la Vergine è infatti raffigurata come regina, con un bellissimo volto, contornato da un velo trasparente, e presenta sul capo una splendida corona, ricca di pietre preziose e di perle.

Nella perfetta rappresentazione dell’oro, dei tessuti e dei ricami, si riconoscono le caratteristiche innovative della pittura ad olio fiamminga, capace di minute raffigurazione del reale.

Il Bambino tiene in mano una cordicella alla quale è legato un cardellino.

Oltre alla piacevolezza del gioco infantile, potete coglierne il simbolo del martirio di Gesù: il cardellino avrebbe la macchia rossa del sangue di Cristo per essersi avvicinato a Lui sulla croce.

Inoltre si può ravvisare in quest’immagine anche il simbolo dell’anima che sopravvive alla morte: la tensione drammatica della scena sembra risolversi nello sguardo di Maria che, piena di grazia, guarda benevola il donatore che a Lei si rivolge in preghiera.

Lo sfondo naturale è eccezionale per la pittura dell’epoca e dimostra la straordinaria capacità del Bermejo di rendere con vivezza ogni minimo particolare: dai fiori alle costruzioni,

dalla marina alle navi mercantili.

Gli sportelli laterali sono stati invece affidati da Francesco Della Chiesa ai pittori valenciani, Rodrigo e Francisco Osona, incaricati di portare a termine l’opera quando Bermejo fu probabilmente chiamato in Aragona a completare altre opere. Nello scomparto di sinistra sono raffigurati la “Nascita della Vergine” e “S. Francesco” che riceve le stimmate,

mentre in quello di destra si ammira la “Presentazione del Gesù al tempio” e “S. Sebastiano”.


Punto di interesse 6

Il transetto destro, la cappella absidale destra e la sacrestia.

Punto di interesse 8

L’abside centrale con l’altar maggiore e la cupola.

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